Nel Sermone sul Monte, per cinque volte, Gesù parla di preoccupazioni e d’ansietà. Egli, il perfetto Maestro, conosce il valore delle ripetizioni. Il Medico Supremo ci propone la cura giusta per la piaga più dolorosa della nostra esistenza: l’ansia. Questa è la malattia più comune dell’animo umano ed è soprattutto il male più diffuso del nostro tempo.
La società moderna ha prodotto più malati d’ansia che tutte le generazioni precedenti. La nostra vita associata, con i problemi ad essa connessi, crea turbamento su turbamento e preoccupazione su preoccupazione. La parola dell’Evangelo, però, continua ad essere un punto di riferimento per ogni generazione e l’insegnamento di Cristo rimane sempre attuale.
Quando Gesù disse ai Suoi discepoli: “Perciò vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vita vostra di quel che mangerete o di quel che berrete; né per il vostro corpo di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?” (Matteo 6:25), si riferiva proprio alle preoccupazioni più importanti, quelle delle necessità quotidiane. Naturalmente non voleva spingere gli uomini a diventare fatalisti,
stimolare i Suoi discepoli ad un tipo di vita inattiva fino al punto di farne uomini che dovevano dipendere dalla misericordia e dalla benevolenza altrui. Il Suo scopo, invece, era quello di insegnare ai Suoi seguaci come liberarsi dalle ansie e dalle preoccupazioni della vita. Quelle ansie e preoccupazioni consumano gli uomini come una febbre, privandoli della bellezza dell’esistenza, della serenità e della pace, che sono le basi per una vita felice.
Una versione moderna traduce le parole di Gesù: “Non siate con ansietà solleciti”: con “Non preoccupatevi troppo”, quasi che Cristo consideri la preoccupazione come una necessità dell’uomo. Non era certamente nel pensiero del Signore riconoscere la necessità della preoccupazione. Infatti, l’originale del v. 25 del capitolo 6 di Matteo potrebbe esser tradotto: “Non ritenete, non coltivate la sollecitudine”, e i versetti 31 e 34 dello stesso capitolo: “Non ammettete la sollecitudine in voi” o meglio “non cominciate neanche ad essere ansiosi”. Forse qualcuno dirà: Io sono un tipo ansioso per natura, che posso fare? Come posso cambiare? La risposta di Gesù è: medita sulle tue ansie e rifiuta di farle penetrare nella tua mente, non permettere loro di prendere il controllo dei tuoi pensieri. Allora scoprirai che la preoccupazione si allontanerà da te.
Questo, naturalmente, non è un mero esercizio psicologico, ma è un atto di fede. Infatti, Gesù ripete che il punto di riferimento per scacciare le nostre ansie è Dio e soltanto Dio, se riconosciuto come Padre nostro,il Quale conosce ciò di cui abbiamo bisogno.
LA PREOCCUPAZIONE E’ ILLOGICA
Prima di tutto, consideriamo l’importanza relativa delle cose: “Non è la vita più preziosa del cibo e il corpo più prezioso del vestito?”. Se dovesse esistere una ragione valida per cui preoccuparsi, potrebbe semmai essere la nostra salute, piuttosto che il nostro vestito, ma se Dio provvede per tutti i volatili, anche quelli più fragili e piccini, non è possibile che faccia almeno lo stesso per ciascuno di noi?
Dio ci ha creati per l’eternità, Egli ha cura di noi, non facciamoci prendere dalle ansie e dalle preoccupazioni della vita quotidiana, perché tutto questo non è logico.
LA PREOCCUPAZIONE E’ INUTILE
Consideriamo la reale efficacia della preoccupazione! Gesù dice: “E chi di voi può con la sua sollecitudine aggiungere alla sua statura pure (mezzo metro) un cubito?” (Matteo 6:27). Cioè, con tutta la vostra preoccupazione non potete assolutamente diventare più alti, oppure allungare la vostra vita pure di un secondo. La preoccupazione non risolve i nostri problemi o le nostre aspirazioni, semmai le acuisce.
Quando la mente è presa dall’ansia, i problemi diventano maggiori e la tensione aumenta. Perciò, perché perdere una nottata di sonno tranquillo in preoccupazioni ed in tensioni inutili?
LA PREOCCUPAZIONE DIMOSTRA MANCANZA DI FIDUCIA
Gesù poi afferma: “Non siate dunque con ansietà solleciti, dicendo: Che mangeremo? che berremo? o di che ci vestiremo? Poiché … il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Matteo 6:31, 32).
I veri seguaci di Gesù sono certi che Dio conosce ogni loro necessità. Lo stesso Signore che ha adornato i campi con i fiori, anche se la loro vita è così caduca che spesso dura soltanto un giorno, certamente si interesserà di noi che siamo Suoi due volte: per creazione e per la redenzione che ci ha offerto per mezzo di Cristo. Egli conosce le cose essenziali della nostra vita meglio di noi e preoccuparci significa dimostrare che non abbiamo alcuna fiducia in Lui. Se Dio può governare l’universo, non potrà prendersi cura di te? Quando cominciamo a considerare le cose da questo punto di vista, che è il punto di vista di Gesù Cristo, allora la preoccupazione scomparirà da noi.
LA PREOCCUPAZIONE NON E’ CRISTIANA
Come un estremo difensore della fedeltà divina, Gesù Cristo, il Figliuolo di Dio, presenta la Sua requisitoria, punto per punto. Egli afferma che la preoccupazione è un modo di pensare pagano. I pagani ricercano queste cose o come dice bene un’altra versione: “Questi interrogativi se li pongono i pagani”. Certo, gli increduli e gli infedeli non comprendono il paterno amore di Dio, il Suo piano eterno, personalizzato per ogni individuo sulla terra e neanche accettano le Sue infallibili promesse. E’ evidente che la conseguenza di questo modo di pensare sia una ricerca ansiosa delle cose materiali. Costoro, sul lavoro e sui propri letti, pensano e si preoccupano del denaro, del cibo, dei vestiti e della sicurezza presente, tutte quelle cose, cioè, che sembrano costituire il fondamento della loro esistenza. Questo modo di pensare, negli increduli, è comprensibile. E’ evidente quindi che viviamo in una società che vorrebbe dimostrarsi religiosa e cristiana, ma che ormai di cristiano ha soltanto il nome. Com’è possibile, però, un credente rigenerato da Gesù per la potenza dello Spirito Santo, possa preoccuparsi di queste cose? Perché come Marta, “… ti affanni e t’inquieti di molte cose, …” (Luca 10:41). L’ansia la trattenne dal porsi ai piedi di Gesù, anche quando Egli si trovava ospite in casa sua. Se sei anche tu assillato dai problemi e dalle preoccupazioni della vita, medita un istante: la preoccupazione non si concilia con la fede cristiana! Proprio ora chiedi aiuto e liberazione al Signore!
LA PREOCCUPAZIONE NON E’ NECESSARIA
Dopo aver esposto la futilità della preoccupazione e l’infedeltà a cui può condurre, Gesù promette, a coloro che mettono al primo posto la fede nel Signore, che Egli provvederà per tutte le necessità della vita presente.
“Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Matteo 6:33). “Cercate prima …” significa date la priorità alla fede in Cristo, cioè tutte le cose della vostra vita debbono essere trattate alla luce della fedeltà di Dio e delle Sue promesse. Chi pone il Signore al primo posto e Gli permette di governare la propria vita, sarà libero dalla preoccupazione. Il Padre celeste controllerà i suoi affanni e la sua esistenza terrena. Se diamo a Cristo il primo posto nella nostra vita, se l’interesse del Suo regno e della Sua giustizia sarà per noi l’interesse prioritario in favore dei nostri simili, allora si manifesterà un miracolo sconosciuto agli increduli: il Signore aggiungerà tutto il resto, al di là dei nostri programmi tanto desiderati. Mettiamo da parte le nostre preoccupazioni, andiamo a Gesù, esprimiamo a Lui i nostri dubbi e le nostre ansie. Riconosciamo che preoccuparci è illogico, inefficace, non necessario, non cristiano e vuol dire mancare di fiducia verso il nostro Signore e Salvatore. Per fede smettiamo di preoccuparci, poniamo la nostra totale fiducia in Chi non ci lascia e non ci abbandona e cominciamo a vivere la nostra esistenza alla luce della presenza e della Parola di Gesù.