Il dialogo ecumenico fra chiese protestanti classiche e chiesa cattolica romana in quest’ultimo periodo sembra essersi arenato, fermo ad un punto morto non trova un ap­poggio solido e condiviso sul quale fare for­za per ripartire con slancio.
Il motivo primo, e vero, del fermo è la posizione tutta cattolico-romana riguardo l’ecclesiologia, ossia la convinzione che la Chiesa a pieno titolo è soltanto quella cattolica.
Un conto è la chiesa di Roma, un altro le diverse confessioni evangeliche, alle quali sono riconosciute numerose nozioni di san­tificazione, cioè di vita devota, e in secondo luogo di verità, ma esplicitamente non repu­tate chiese.
questo punto è evidente che il dialogo non è fra pari.
La posizione cattolica nei confronti delle chiese evangeliche del risveglio è ancora più netta, ma come potrebbe essere altrimenti rispetto a chi, sulla scorta del Nuovo Testa­mento, promuove una chiesa semplice e missionaria come quella apostolica.
Eppure, nonostante il palese divario dottrinale, alcune organizzazioni pentecostali sono coinvolte in incontri biblici e di pre­ghiera con rappresentanti della gerarchia della chiesa cattolica.
Questo dato non è di poco conto, per­ché implica l’identità biblica.
Spiegheremo la nostra affermazione, che alcuni di certo giudicheranno categorica, ri­correndo all’argomento biblico per eccellen­za, la dottrina della giustificazione per sola fede.
Infatti, laddove la salvezza è realizzata dal credente per mezzo della sola fede – “Sappiamo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giusti­ficati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato” (Galati 2:16) – senza alcun bisogno di meriti propri, né dell’opera mediatrice del sacerdote, risulta chiaro che non può esistere un clero che amministri la Grazia divina e la comunità di credenti sarà composta da eguali che nella libertà esercitano i talenti ricevuti da Dio.
L’ecclesiologia, o dottrina della chiesa, è consequenziale alla cristologia, la dottrina delle nature e dell’opera del Signore Gesù.
L’Evangelo della Grazia, la Buona Notizia del dono immerita­to della salvezza, che si ottiene soltanto per fede e non per ope­re, esclude l’esistenza stessa di una gerarchia che amministra i sacramenti intesi come veicoli della Grazia; il popolo che nasce da tale miracolosa opera di salvez­za interiore, si riunisce sotto l’au­torità sola della Scrittura, non conoscendo alcuna sovrastruttura umana.
Alcuni sostengono che il punto di contatto fra la chiesa romana ed il movimento pentecostale sia da ricercarsi nella dottrina dello Spirito Santo che, in quanto iden­tica, accomunerebbe le due parti.
In realtà, è proprio l’insegna­mento neotestamentario della giu­stificazione per sola fede che fa la differenza.
Un conto è affermare che lo Spirito si riceve attraverso i sacra­menti, un altro sostenere, facendo eco alla Bibbia, che lo Spirito Santo si riceve direttamente ed esclusivamente per fede: “Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mez­zo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?” (Galati 3:2).
Siamo abituati ad essere una minoranza, per questo motivo teniamo all’identità biblica evangelica, che vorremo ci contraddi stinguesse sempre ed ovunque.
Rivendichiamo l’appartenenza ad un Movimento, che ha fatto della fedeltà all’Evangelo la pro­pria bandiera, per rimanere saldi sugli insegnamenti di Gesù.

Salvatore Cusumano