Questa è una domanda che si sono posti molti credenti evangelici, i quali, talvolta, invece di essere fortificati nella fede, ri­mangono confusi da tante pubblicazioni di carattere religioso. Tali testi spesso sono pubblicati sulla scia degli effetti emotivi e propagandistici dei successi dei loro autori. In particolare un certo filone pseudo­spirituale, in voga in questi ultimi anni, viene ampiamente pubblicizzato sulla ba­se dei seguenti elementi:

a. Il grande successo del ministerio degli autori;

b. II numero degli aderenti alla loro chiesa

c. La “scoperta” di qualche segreto infallibile per il risveglio.

Senza alcuna intenzione di offendere né di offuscare i talenti di tanti predicatori, va detto che gli elementi di cui sopra, alla luce delle Scritture, risulta­no spesso fittizi e sempre impropri, in quanto un risveglio ed il successo che ne consegue hanno per segreto soltanto l’opera dello Spirito Santo, pertanto sono irriproducibili e non possono essere copiati.

Il risveglio ha come fonte unica ed inesauribile Dio stesso, ed è pro­dotto dal “Cielo”; qualsiasi altro tentativo è soltanto umano e destinato al fallimento.

IL “LIBRO” ED I LIBRI

La produzione di libri ed opuscoli ha un ruolo ben preciso nell’am­bito delle Comunità Cristiane: l’ammaestramento e l’edificazione dei singoli credenti. Libri, opuscoli, manuali, commentari, ecc., non po­tranno né dovranno mai sostituire il Libro dei libri: la Bibbia, essa sola è ispirata ed è l’autorevole guida della fede e della condotta cristiane.

Questo vale anche per le nostre pubblicazioni, che sono soltanto uno strumento di informazione, comunione ed edificazione, ma non potranno mai prendere il posto della Parola di Dio, la quale deve essere letta, meditata ed attuata nella vita dei credenti per l’azione continua dello Spirito Santo.

Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto …” (Giosuè 1:8). Così aveva detto Dio stesso a Giosuè e questo consiglio divino è ancora valido per ogni cristiano. Invece, a proposito di altri libri, il grande sapiente Salomone avvertiva: “… Figlio mio, sta’ in guardia: si fanno dei libri in numero infinito …” (Ecclesiaste 12:14). Questo ammonimento è un invito a riflettere in modo che ciascuno sappia fare le proprie scelte, soprattutto in questo momento storico in cui la carta stampata è un mezzo insostituibile d’informazione, propaganda ed addottrinamento.

Esistono certi gruppi religiosi e pseudo-cristiani i quali fondano il loro successo sulla diffusione delle proprie dottrine deleterie e antibibli­che, per mezzo della “vendita” dei loro libri e testi. Costoro arrivano perfino a spacciare per biblico, affermandolo fedele all’originale, un te­sto che, invece, è soltanto una palese contraffazione. Accanto a questi ben conosciuti “distributori” ce ne sono altri che, sotto una “etichetta” apparentemente innocua, introducono nella men­te dei lettori opinioni e teorie che minano la stessa sana dottrina cristia­na. Costoro fanno affermazioni che si fondano su idee filosofiche orientali e su teorie tratte dalla psicologia moderna, creando così una nuova concezione di fede cristiana fondata più su principi del “pensiero positivo” che su Dio e sulle promesse della Sua Santa Parola. Di costoro parla la Scrittura quando afferma: “Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso. Vogliono essere dottori … ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza” (l Timoteo 1:6, 7); “Nel numero di costoro ci sono quelli che si insinuano nelle case e circuiscono donnette cariche di peccati, agitate da varie passioni, le quali cercano sempre di imparare e non possono mai giungere alla conoscenza della verità” (II Timoteo 3:6, 7:Vers. N.R.).

RITENETE IL BENE”

Ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene” (I Tessalonicesi 5:21). Questo brano biblico esprime quale deve essere il principio dominante della vita cristiana. La versione Riveduta della Bibbia è molto più preci­sa di quella Diodati, che traduceva: “Provate ogni cosa, ritenete il bene”, quasi ad autorizzare il credente ad esperimentare tutto. Invece, il credente è chiamato dal Signore stesso ad essere vigilante, ad esaminare ogni cosa, a valutare tutto secondo una norma ben preci­sa: quella della Parola di Dio. Le nostre valutazioni umane e le opinioni personali debbono tacere di fronte alla regola di andare “non oltre quel che è scritto” (I Corinzi 4:6) e di fronte alla sana dottrina del Signore, la quale deve essere onorata. Questa è la “regola bereana”; infatti, gli ebrei di Berea “erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così. Molti di loro, dunque, cedet­tero …” (Atti 17:11, 12; Vers. N.R.). Questa è una regola fondamentale, valida in ogni tempo, ma soprattutto nel tempo in cui viviamo, che cer­tamente si identifica con gli “ultimi giorni” ai quali accenna la seconda epistola a Timoteo, quando perfino quelli che si nominano credenti “… per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole” (II Timoteo 4:3, 4; Vers. N. R.).

La parola “esaminare” è molto importante, spesso è tradotta nel Nuovo Testamento “discernere”, che letteralmente significa: “Indagare con uno sguardo intenso”. Nel caso della lettura di testi dottrinali signi­fica avere “… le facoltà esercitate a discernere il bene e il male” (Ebrei 5: 14; Vers., N. R.)

Lo Spirito Santo aiuta i credenti, che si lasciano condurre da Lui, a discernere ”la sua volontà” e a “distinguere ciò che è meglio” (cfr. Roma­ni 2:18), liberando dal dubbio e dando un senso di certezza che, quanto letto, non sia opinione umana, ma sia conforme all’intero messaggio bi­blico e non in contrasto con la sana dottrina.

ALCUNE REGOLE BASILARI

Nell’ambito del cristianesimo si sono sempre manifestate due ten­denze. La prima considera tutti i libri, tranne la Bibbia, totalmente inu­tili; la seconda ritiene impossibile comprendere la Bibbia senza l’uso di “aiuti esterni” e di scritti teologici. Ambedue queste tendenze debbono ritenersi estremistiche, perché, se è vero che la Bibbia è il Libro dei libri, è anche vero che Dio ha usato nei secoli il “ministerio della Parola”, sia essa parlata o scritta, per commentare il testo sacro. Tuttavia, l’abban­dono totale della lettura e della meditazione della Bibbia, per dedicarsi unicamente a quella di testi religiosi, è estremamente pericoloso, poiché in tal modo si sostituisce l’autorità e la potenza che la Parola di Dio, per mezzo dello Spirito Santo, ha sul credente con la sola influenza umana. Come agire allora? Qual è la posizione equilibrata?

Quando si intraprende la lettura di un qualsiasi libro di carattere re­ligioso, occorre ricordare alcune regole basilari:

a. Accertarsi che l’autore sia un cristiano nato di nuovo, il quale ono­ra Cristo ed è “attaccato alla fedel Parola …” (Tito 1:9);

b. Ricordare che soltanto la Bibbia possiede la divina ispirazione ver­bale e plenaria, mentre anche i più sinceri e fedeli servitori di Dio, perché umani, hanno avuto, hanno ed avranno idee personali ed opinabili su argomenti non fondamentali;

c. Di conseguenza ogni affermazione, soprattutto quelle che sem­brano più “originali”, devono essere “verificate” con la Parola di Dio;

d. Un’opinione della dottrina, per essere accettata, deve essere con­fermata da più versetti del Nuovo Testamento e non essere in contrasto con le dottrine fondamentali del cristianesimo;

e. Infine, prima di tutto e soprattutto, il lettore cristiano deve per­mettere allo Spirito Santo di confermargli interiormente che quanto è affermato corrisponda alla sana dottrina.

Questo “intuito” spirituale è presente in ogni credente redento dal prezioso sangue di Cristo, che si lascia guidare dallo Spirito Santo, il Quale non permette che siamo “affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Efesini 4:14, 15; Vers. N. R.).